
DOC, DOCG, Denominazione di Origine Protetta e Indicazione Geografica Protetta sono vocaboli utilizzati e riconosciuti, ampiamente, da diversi anni.
Per presidio Slow Food come siamo messi? La diffusione dei Presidi Slow Food è sicuramente più recente e nel contempo meno riconosciuta dalle persone. Ma allora di cosa si tratta realmente? Di cosa parliamo? Presidio Slow Food. Nel corso degli ultimi anni, dopo la diffusione della globalizzazione e la quasi totale assenza dei piccoli produttori, sta diventando sempre più forte l’esigenza di tornare a prodotti agroalimentari di provenienza certa e sana.
Non è quindi un caso che si senta sempre più frequentemente parlare di coltivazioni a km 0. Prodotti agricoli DOP e IGP, Presidio Slow Food e quant’altro. Ma cosa indica precisamente questa nuova dicitura “Presidio Slow Food”?
Cosa sono i Presidi Slow Food
Cerchiamo di andare subito dritti al punto. Chiariamo, quindi, che il termine Presidio Slow Food indica tutti quei prodotti selezionati attentamente dalla Fondazione Slow Food. Un’associazione (chiaramente no profit) impegnata continuamente nella valorizzazione di prodotti alimentari genuini e sani. Una fondazione che lavora da anni, nel totale rispetto dei produttori agricoli e non e dell’ambiente in cui questi operano.
Nella pratica come funziona? Vediamolo. Si tratta di una realtà a cui aderiscono piccole e medie aziende di natura agroalimentare. Le imprese in questione, hanno lo scopo comune di promuovere e valorizzare i prodotti del territorio.
Chiaramente, la Fondazione si avvale di personale esperto al fine di selezionare accuratamente i prodotti da catalogare nell’elenco ufficiale dei Presìdi Slow Food. Tutti questi prodotti sono appositamente segnalati da un logo che identifica i membri dell’associazione.
Nel dettaglio, un prodotto deve avere caratteristiche definite per poter essere poi accettato da Slow Food.
Tra queste segnaliamo:
- il rischio di estinzione, potenziale o reale;
- uno stretto legame con il territorio di riferimento;
- la produzione limitata, fatta da imprese di piccole dimensioni;
- un’importante qualità organolettica;
- una buona validità in campo ambientale e sociale.
Casa Marrazzo seleziona solo i migliori ceci da aziende controllate che rientrano nel Presidio Slow Food di Cicerale. Una volta raccolti vengono essiccati e, al giusto grado di essiccazione, vengono puliti e riselezionati prima di essere messi in vetro.
Come ottenere il riconoscimento
Nel paragrafo precedente abbiamo tentato di spiegare cos’è un Presidio Slow Food. Ora appare coerente chiedersi invece cosa accade dopo: come ottengo questo riconoscimento? Per poter entrare con merito a far parte del Presidio Slow Food, abbiamo già elencato alcune caratteristiche fondamentali. L’affiliazione, operativamente parlando, non è complessa.
Se un produttore abbraccia la vision dell’associazione, invia una richiesta di adesione al reparto commissione Slow Food del Presidio al quale desidera aderire. La commissione composta da tecnici esperti, analizza la domanda e la valuta. Esamina, quindi, se il produttore rispetta davvero i valori richiesti dal regolamento.
Nel caso in cui l’azienda venisse accettata, dovrà impegnarsi a rispettare determinati standard di produzione (ad esempio, i concimi chimici non sono consentiti così come l’utilizzo di prodotti OGM). Inoltre dovrà accettare il regolamento del Presidio slow food alla quale appartiene.
Una volta membri, il produttore potrà apporre il logo di qualità Slow Food sui prodotti, accompagnato dall’indicazione “I Presìdi sono progetti di Slow Food che tutelano piccole produzioni di qualità da salvaguardare, realizzate secondo pratiche tradizionali“.
I Presidi Slow Food in Italia
Dal più di 20 anni, la Fondazione Slow Food si è adoperata nella protezione e nella valorizzazione del cibo.
L’obiettivo resta sempre lo stesso: ricercare, catalogare e salvaguardare tutti i prodotti agroalimentari a rischio di estinzione.
Grazie alla realizzazione dei cosiddetti Presidi Slow Food, l’associazione mantiene in vita diversi animali destinati, in maniera diversa, a scomparire. Frutta ed ortaggi di nicchia, salumi pochi diffusi.
Attualmente possiamo contare oltre 300 i Presìdi Slow Food in tutto il territorio Italiano. I Presidi si impegnano a salvaguardare la tradizione gastronomica del nostro Paese. Per avere un’idea più chiara della tipologia di prodotti protetti dal logo Slow Food, ecco un elenco presidi slow food semplificato, dedicato alle regioni del sud Italia.
Campania
Alici di Menaica, Fagioli cannellini “dente di morto”, antichi pomodori di Napoli, cipolla di Alife, fagiolo di Controne, fusillo di Felitto, soppressata di Gioi.
Puglia
Agrumi del Gargano, carote di Polignano, mandorla di Toritto, pallone di Gravina, pomodorino di Manduria, pomodoro giallorosso di Crispiano.
Calabria
Caciocavallo di Ciminà, capocollo azze anca grecanico, moscato al governo di Saracena, zibibbo di Pizzo Calabro.
Basilicata
Caciocavallo podolico della Basilicata, oliva infornata di Ferrandina, pera signora della valle del Sinni.
Sardegna
Casizolu, formaggio sardo dei pastori.
Sicilia
Alaccia salata di Lampedusa, albicocca di Scillato, cipolla di Giarratana, fava larga di Leonforte, lenticchie di Villalba, fava di Ustica.
Dalla Valle del Calore, coltivato nella città di Paternopoli sin dal ‘700, custodiamo nei nostri barattoli il verde della natura e tutto il sapore del broccolo aprilatico presidio Slow Food Italia. Polpa tenera, scapo carnoso: la nostra crema di broccolo aprilatico presidio slow food viene realizzata con gli ortaggi più teneri, raccolti in primavera e selezionati a mano, come una volta.